“La voce dell’anima: 5 brani di Adele che non smetteremo mai di ascoltare”
Ci sono artisti che sanno semplicemente cantare, e poi ci sono quelli che, con una sola nota, riescono a toccare le corde più nascoste dell’anima. Adele appartiene a questa seconda, rarissima categoria. Nata a Tottenham, a Londra, nel 1988, Adele Laurie Blue Adkins ha conquistato il mondo fin dal suo album d’esordio 19, imponendosi come una delle voci più potenti e riconoscibili della sua generazione. Con oltre 100 milioni di dischi venduti, premi Oscar, Grammy e un Golden Globe, è diventata un’icona capace di unire pubblico e critica, mantenendo però intatta la sua autenticità.
La sua voce non è soltanto uno strumento musicale: è un linguaggio universale che parla di amori finiti, nostalgie brucianti, speranze fragili e rinascite luminose. Ogni suo brano è un racconto che attraversa la vita di chi ascolta, quasi fosse scritto apposta per ognuno di noi. C’è chi ha pianto sulle note di Someone Like You, chi ha trovato forza in Rolling in the Deep, chi si è perso tra i ricordi con Hello. E poi ci sono le colonne sonore delle rinascite, i brani che ti accompagnano nei momenti di buio per ricordarti che anche dalle ferite può nascere la bellezza.
Adele è questo: un rifugio sonoro, una confidente invisibile che, con le sue parole e la sua voce, ci fa sentire meno soli. In questo articolo ho scelto cinque delle sue canzoni più belle, non solo per il successo che hanno avuto, ma per l’intensità emotiva che continuano a trasmettere. Cinque tappe di un viaggio musicale che è anche un viaggio dentro di noi.
1. "Someone Like You" (2011)
Ci sono canzoni che non si limitano a essere ascoltate: ti entrano dentro, scavano nei ricordi e ti costringono a guardare negli occhi le tue ferite. "Someone Like You" è una di quelle. Pubblicata nel 2011 nell’album 21, è diventata in poco tempo un inno universale del cuore spezzato, la colonna sonora silenziosa di milioni di addii.
Il brano nasce da un pianoforte essenziale, quasi fragile, sul quale la voce di Adele si innalza con la forza di un’emozione pura, nuda, incontrollabile. Non c’è nulla a nascondere il dolore: ogni parola è una lacrima che scivola, ogni nota è un respiro trattenuto. Adele canta la fine di un amore con una sincerità disarmante, racconta il momento in cui si realizza che l’altro ha voltato pagina mentre tu resti ancorato al passato.Quel “I wish nothing but the best for you” è un sussurro che sembra spezzarsi, un gesto di generosità che convive con la fragilità di chi non riesce a dimenticare. È il punto in cui l’orgoglio si arrende all’amore, e l’amore si arrende al tempo.
Quando Adele portò "Someone Like You" sul palco dei BRIT Awards, il mondo intero trattenne il fiato. Le lacrime del pubblico, il silenzio che avvolse la sala, dimostrarono che quella non era solo la sua storia: era la storia di tutti. Ogni ascoltatore ha trovato in quella melodia un frammento della propria vita, un ricordo da custodire o da lasciar andare.
"Someone Like You" non è semplicemente una canzone: è un abbraccio invisibile, una cicatrice che brucia e consola allo stesso tempo. È la dimostrazione che la musica, a volte, sa dire quello che le parole da sole non riuscirebbero mai a esprimere.
2. Rolling in the Deep (2010)
Se Someone Like You è la ferita che sanguina in silenzio, "Rolling in the Deep" è la rabbia che esplode e si trasforma in forza. Pubblicata nel 2010 come singolo trainante dell’"album 21", questa canzone ha segnato una svolta nella carriera di Adele: non più soltanto ballate intime e malinconiche, ma un uragano di energia, un grido di liberazione.
La voce qui non è carezza, è tempesta. Ogni parola vibra come un colpo, ogni crescendo è una fiamma che divampa. Adele canta il tradimento con una furia trattenuta, trasformando il dolore in rivalsa. È la dichiarazione di chi non vuole più subire, di chi trasforma le macerie di un amore in una nuova forza interiore.Il ritmo incalzante, quasi tribale, e i cori che si intrecciano danno al brano una potenza irresistibile. Non a caso, Rolling in the Deep è stato definito “una canzone di vendetta” travestita da hit pop-soul: un inno che scuote, che trascina, che ti fa sentire invincibile anche quando sei stato spezzato.
Dal vivo, questa canzone è pura scarica emotiva. Adele non la canta soltanto, la vive: ogni volta che la interpreta sembra tornare in quella rabbia primordiale, in quel fuoco che l’ha spinta a scriverla. È il lato combattivo della sua musica, quello che mostra che dalle ceneri di un amore può nascere una nuova versione di sé, più forte e più consapevole.
Rolling in the Deep non è soltanto un brano di successo planetario: è un mantra, un promemoria che anche il dolore più lacerante può trasformarsi in potenza e resilienza.
3. Hello (2015)
Dopo il silenzio, arriva la voce che chiama dal passato. "Hello" non è soltanto una canzone: è una porta che si apre su ricordi che pensavamo sepolti. Pubblicata nel 2015 come singolo di lancio dell’album "25", segna il ritorno di Adele dopo anni lontana dalle scene, ma anche un ritorno interiore, un dialogo con ciò che è stato.
Fin dall’attacco – “Hello, it’s me…” – il brano si trasforma in un’esperienza quasi cinematografica. Quelle parole semplici, pronunciate con tono spezzato, sono come un messaggio che arriva da un luogo sospeso nel tempo: chiunque abbia mai desiderato riallacciare i fili con qualcuno che non c’è più, in senso fisico o emotivo, si riconosce immediatamente.La melodia cresce come un’onda che travolge, alternando momenti di intimità e aperture solenni. Adele canta con una forza che sembra voler abbattere le distanze, come se davvero, dall’altra parte di quel telefono immaginario, ci fosse ancora la possibilità di un ascolto. Ma è una chiamata che nessuno risponderà mai: ed è qui che nasce la struggente bellezza di "Hello".
Il video, girato con toni seppia e atmosfere malinconiche, ha rafforzato l’impatto emotivo del brano, trasformandolo in un simbolo della nostalgia moderna. Non è solo la storia di un amore perduto, ma anche un confronto con se stessi, con gli errori, con le parole mai dette.
"Hello" è la canzone dei rimpianti e delle distanze, dei “se” e dei “ma” che continuano a inseguirci. È la voce che ci ricorda che certe ferite non guariscono mai del tutto, ma possono trasformarsi in poesia.
4. Skyfall (2012)
Se "Hello" è una confessione intima, "Skyfall" è un sipario che si apre su un palcoscenico grandioso. Scritta per l’omonimo film della saga di James Bond, questa canzone ha permesso ad Adele di unire la sua intensità emotiva a un’atmosfera drammatica e solenne, conquistando un Oscar, un Golden Globe e un Grammy.
Dalle prime note, si percepisce un senso di mistero e di attesa. Gli archi e i fiati costruiscono un crescendo cinematografico, mentre la voce di Adele emerge come un faro nel buio, calda, potente, avvolgente. Non è soltanto una colonna sonora: è un viaggio nel cuore stesso del mito di 007, fatto di ombre, cadute e resurrezioni.Il testo parla di cadute e di rinascite, di un mondo che sembra crollare ma che, alla fine, può essere affrontato con coraggio. È un tema universale che va oltre il film: "Skyfall" racconta la forza che nasce dal dolore, la capacità di accogliere la fine come preludio a un nuovo inizio.
Con questo brano, Adele dimostra di non essere solo la regina delle ballate sentimentali, ma anche un’interprete capace di dominare il respiro epico dell’orchestra. La sua voce diventa protagonista assoluta, capace di riempire lo spazio e di imprimere un carattere inconfondibile a una saga musicale che negli anni ha avuto firme prestigiose.
"Skyfall" è un monumento sonoro: solenne, elegante, potente. Una canzone che non appartiene solo al cinema, ma che resta impressa come una delle pagine più maestose della carriera di Adele.
5. Easy On Me (2021)
Dopo anni di silenzio e lontananza, Adele è tornata nel 2021 con una canzone che sembra quasi un diario aperto, un dialogo sussurrato tra sé stessa e il mondo. "Easy On Me", primo singolo dell’album "30", è una richiesta di comprensione, un invito a guardare le fragilità non come debolezze, ma come parti inevitabili della vita.
Il brano nasce dall’esperienza più dolorosa dell’artista: il divorzio e le difficoltà nel conciliare il ruolo di madre con il tumulto interiore di una donna che cerca di ricostruirsi. Il pianoforte accompagna la sua voce in maniera discreta, quasi timida, lasciando che ogni parola risuoni con autenticità. Non ci sono effetti speciali, non ci sono sovrastrutture: c’è soltanto Adele, nuda nella sua verità.“Go easy on me” non è soltanto una frase: è una supplica che ognuno di noi ha pronunciato almeno una volta, quando il peso delle scelte e delle circostanze sembrava troppo grande da reggere. È la vulnerabilità che diventa forza, il coraggio di mostrarsi imperfetti davanti al mondo.
Il successo del brano non sta nella spettacolarità, ma nell’onestà. "Easy On Me" ci ricorda che, dietro ogni artista celebrata, esiste una persona che soffre, che sbaglia, che cade e che, proprio come noi, cerca di rialzarsi.
Con questa canzone, Adele non ci offre una melodia da cantare a squarciagola, ma un riflesso in cui specchiarsi. È la chiusura perfetta di un cerchio: dall’urlo di dolore di "Someone Like You" alla rinascita fragile di "Easy On Me", la sua voce continua a raccontarci che la musica è, prima di tutto, un atto di verità.
Cinque canzoni non bastano a contenere l’universo emotivo di Adele, ma bastano per raccontarne l’essenza: la capacità di trasformare le esperienze più intime in melodie universali. Dalla fragilità struggente di "Someone Like You", alla potenza liberatoria di "Rolling in the Deep", passando per i rimpianti di "Hello", l’epicità di "Skyfall" e la vulnerabilità di "Easy On Me", ogni brano è un tassello di un mosaico che continua a crescere e a brillare.
Ascoltare Adele significa ritrovarsi. Significa concedersi il lusso di fermarsi e sentire, anche quando fa male. La sua voce è un rifugio, una mano tesa che accompagna nei momenti più bui e nelle rinascite più luminose.
Forse è proprio questo il segreto del suo successo: Adele non canta per noi, canta con noi. E in quel coro invisibile, fatto di lacrime, ricordi e speranze, ognuno trova la propria storia.




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