"Guilty Pleasures Vol.2: 5 Canzoni che non Confesserai Mai di Amare". Quando pensavi di aver sentito il peggio, e invece..

 Ammettetelo: ci avevate quasi creduto.

Pensavate che con la Parte 1 avessimo già raschiato il fondo del barile del cattivo gusto musicale globale. Che il trash internazionale avesse già dato tutto. Che nulla potesse superare quelle hit assurde che vi avevano fatto ridere, ballare e forse (diciamolo) anche un po’ vergognare.

E invece no.

Il mondo del trash è come l’universo: infinito e in continua espansione. Ogni giorno da qualche parte sul pianeta qualcuno pubblica un brano che sfida ogni logica, ogni standard sonoro, ogni buon senso... e proprio per questo entra di diritto nella nostra personale hall of fame del disonore musicale.

Questa Parte 2 non è solo un seguito: è una dichiarazione di (auto)ironia, un’ode ai tormentoni più improbabili, un viaggio sonoro tra le pieghe più kitsch del pop, dell’eurodance e dell’elettronica da supermercato. Canzoni che abbiamo odiato amarle. O amato odiarle. Ma che comunque ci hanno fatto muovere il piedino.
E questo, alla fine, è quello che conta.

Se nella Parte 1 avete riconosciuto i vostri guilty pleasures con un sorriso un po’ colpevole, qui alzerete bandiera bianca: perché queste 5 nuove bombe trash superano ogni confine. 




🎤 1. Rednex – Cotton Eye Joe (1994)

Trashometro: 🤠🤪🤯
Se “Cotton Eye Joe” fosse un cocktail sarebbe un mix letale di vodka, birra calda e ballo liscio americano servito in una scarpa da cowboy. Uscito nel 1994, questo brano dei Rednex ha preso un vecchio motivetto folk-country dell’Ottocento e l’ha fuso con una base techno martellante degna di una discoteca finlandese sotto metanfetamine.

Il risultato? Un’esplosione di nonsense coreografico e follia da balera post-apocalittica. Inutile negarlo: l’abbiamo ballata tutti, magari con la camicia a quadri e il cappello da cowboy comprato a carnevale.
Il testo chiede ripetutamente “Where did you come from, where did you go?”, e ancora oggi nessuno ha trovato Cotton Eye Joe, ma lui ha trovato la strada per entrare nelle compilation di fitness, nelle pubblicità peggiori e nei momenti più imbarazzanti delle nostre vite.

Non è solo una canzone, è un’esperienza multisensoriale fatta di ginocchia che saltano, grida di dubbia provenienza e violini indemoniati.

Curiosità trash: I Rednex non sono americani come potresti pensare. Sono svedesi. Sì, proprio così.
La Svezia, patria del design minimalista e dell’ABBA, ha creato questa bomba country-trance. Fatevi due domande.

🔥 TRASHOMETRO – MOTIVAZIONE

  • 🤠 Country remixato in chiave techno: Nessuno lo aveva chiesto, ma ora è impossibile dimenticarlo.

  • 🤸‍♂️ Coreografia da festa in fienile impazzita: Bonus punti se ballata in slow motion.

  • 🧠 Testo nonsense ripetuto fino all’ipnosi: "Where did you come from, Cotton Eye Joe?" — la domanda esistenziale del secolo.

  • 🇸🇪 Creato da svedesi che si fingono cowboy americani: Una delle più grandi truffe musicali del '900.

Livello di trash: "Balli e non sai se ridere o chiamare un esorcista."



🧒 2. Hanson – MMMBop (1997)

Trashometro: 🍼🌼🎤

Nel 1997, mentre il mondo si divideva tra Spice Girls e Backstreet Boys, arrivarono tre fratellini biondi con le zampette corte, i capelli a tendina e una canzone che sembrava una pubblicità del Nesquik: "MMMBop".

Zac, Taylor e Isaac Hanson avevano tra i 12 e i 16 anni, ma con quel motivetto zuccheroso e quel ritornello indecifrabile (“MMMBop, ba duba dop ba du bop...”) conquistarono il mondo come se fossero la reincarnazione dei Jackson 5 in versione IKEA. Il problema? Nessuno, nessuno al mondo  ha mai davvero capito il testo. E chi dice di sì, mente.

A metà tra un jingle per lo yogurt e una sigla dei cartoni delle 7:30, MMMBop è diventata un tormentone istantaneo: tutti la cantavano, ma nessuno riusciva a farlo senza impappinarsi.
Eppure ha avuto un successo planetario, e ancora oggi viene ripescata in playlist anni ‘90, spot pubblicitari, meme e momenti di nostalgia involontaria.

Curiosità trash: secondo gli Hanson, "MMMBop" è una canzone profonda sulla caducità delle relazioni umane e il tempo che scorre. Peccato che lo nascondano dietro un ritornello che sembra inventato da un neonato mentre sbava sul microfono.

🔥 TRASHOMETRO – MOTIVAZIONE

  • 🧃 Ritornello da baby food: “MMMBop” suona come l'effetto collaterale di un’overdose di succhi di frutta.

  • 🧒 Boyband under 16: Eppure hanno fatto impallidire i Take That.

  • 🎶 Nessuno capisce il testo: Ma tutti si sentono in colpa se non lo sanno a memoria.

  • 🌀 Melodia appiccicosa come la colla vinilica: Dopo due ascolti è nella tua testa per sempre. Scusaci.

Livello di trash: "Ti entra in testa a 12 anni e non ti lascia neanche a 40."




🎧 3. DJ Ötzi – Hey Baby (If You'll Be My Girl) (2000)

Trashometro: 🧢🍻⚽

Immaginate di essere nel 2000. Siete a un addio al celibato, o a una festa di paese con panini alla salamella e birra annacquata. Parte Hey Baby e, senza sapere come, state già urlando “Uuh, Aaah!” con le braccia al cielo e il cervello in stand-by.

DJ Ötzi, cantante austriaco con il berretto bianco sempre in testa (forse cementato lì sopra), prende un vecchio brano country-rock del 1961 e lo trasforma in un’orgia eurodance da karaoke ubriaco. Il tutto condito da un beat da autoscontro e un testo che non andrebbe lontano neanche in una chat di Tinder:

“Hey, hey baby (Uuh, Aaah) – I wanna know if you’ll be my girl!”

Spoiler: con un approccio così, non sarà la tua ragazza. Ma ballerà comunque.

Il brano diventa l’inno da stadio, tormentone da festa delle medie, colonna sonora da Oktoberfest — insomma, la colonna sonora non richiesta di tutti quei momenti in cui il buon gusto esce dalla stanza sbattendo la porta.

🔥 TRASHOMETRO – MOTIVAZIONE

  • 🍺 Testo da rimorchio da bar alle 3 di notte: senza vergogna, senza freni, senza speranza.

  • 📣 “Uuh Aaah!” ripetuto più volte del numero di neuroni coinvolti nell’ascolto.

  • 🎧 Remix dozzinale di una canzone anni ’60: perché no?

  • 🎡 Perfetto per sagre, birrerie e stadi: dove la dignità è l’unica a non entrare con il biglietto.

Livello di trash:
“Quando parte, ti dici ‘oddio no’… mentre stai già ballando.”




🛠️ 4. Village People – Macho Man (1978)

Trashometro: 🧱💪✨

Prima di "YMCA" e delle serate karaoke imbarazzanti, i Village People sganciarono questa bomba glitterata chiamata "Macho Man". Un inno alla virilità… così esagerato da sembrare una parodia, ma così catchy da diventare culto.

La canzone è un concentrato di bicipiti, baffoni e pantaloni attillati, condito da un ritornello ossessivo e un beat disco che ti trascina in pista anche contro la tua volontà. “I’ve got to be a macho man!” urlano in coro, mentre sul palco sfilano un poliziotto, un cowboy, un indiano, un operaio, un militare e un motociclista. Sembra una riunione di carnevale, e in effetti un po’ lo è.

Quello che molti ignorano è che "Macho Man" nasce come satira della mascolinità tossica, pensata per il pubblico gay newyorkese dell’epoca. Ma nel giro di poco tempo ha sfondato ogni barriera: dalle discoteche ai cartoni animati, dai matrimoni ai comizi politici (!), diventando l’inno non ufficiale di chiunque ami ballare con la camicia sbottonata fino all’ombelico.

🔥 TRASHOMETRO – MOTIVAZIONE

  • 💪 Iper-mascolinità da fumetto: più che macho, sembra una sfilata di action figure in spandex.

  • 🕺 Coreografie da musical di quartiere con troppa lacca.

  • 🌈 Satira queer travestita da inno da palestra: e il bello è che il mondo l’ha presa sul serio.

  • 📼 Videoclip culto del kitsch: tra movimenti robotici e sguardi da copertina, è impossibile da dimenticare.

Livello di trash:
“Troppo virile per essere vero. Ed è proprio questo il bello.”




🎉 5. Vengaboys – Boom, Boom, Boom, Boom!! (1998/1999)

Trashometro: 🎧💥🍑

L’estate del 1999? Solo una cosa: Boom, Boom, Boom, Boom!!. I Vengaboys la tirarono fuori come la pistola nucleare del pop festaiolo, riuscendo a conquistare il #1 nel Regno Unito e rimanendo in top per settimane, dominando le classifiche in Europa, Canada e Nuova Zelanda.
Da un angolo all’altro del pianeta, nessun party era completo senza quel ritornello esplosivo.

La canzone è un concentrato di beat ultra-pompati (138 BPM circa), synth squillanti e una struttura costruita sul loop infinito di “Boom, Boom…” e “Whoaa whoaa”. Onestamente: il testo esaurisce l’intero significato del brano. Niente fronzoli, solo voglia di divertire e sbattere volume.

Il video? Girato in pellicola 16mm, tra grattacieli di New York, finestre rosse da quartiere a luci rosse e sex appeal “forzato” da discoteca analcolica. Un’icona kitsch da guardare con il missaggio sempre accidentale di "voglio stare con te stanotte".

🔥 TRASHOMETRO – MOTIVAZIONE

  • 🔁 Ritornello ossessivo e ipnotico: “Boom boom boom boom, I want you in my room…” ripetuto fino a far saltare un neurone.

  • 🎵 Suono eurodance spinto al massimo: è come se fossero schizzati del tempo nel futuro del ceck-in del 1999.

  • 🎬 Video decisamente hot e un po’ ridicolo: la Vengabus non si degna di parcheggiare, preferisce andare a brio.

  • 💾 Omaggio tratto da ABBA: il verso iniziale richiama Lay All Your Love On Me — senza accreditare Benny e Björn (ok, forse un po’ di plagio innocente?) 

Livello di trash:
“È come vomitare confetti su un impianto stereo carico di glitter: irresistibilmente molesto.”



Commenti

Post più popolari