Dalla crisi alla consapevolezza: il significato nascosto dietro "Bury the Hatchet"

Introduzione

Alla fine degli anni ‘90, i The Cranberries erano già una delle band più riconoscibili della scena alternativa, grazie alla voce unica di Dolores O’Riordan e al loro mix di rock, folk e melodie malinconiche. Dopo il grande successo dei primi album, la band irlandese aveva attraversato un periodo difficile, tra pressioni mediatiche, problemi personali e una pausa necessaria per ritrovare equilibrio. È in questo contesto che nasce "Bury the Hatchet", il loro quarto album in studio, pubblicato il 19 aprile 1999.

Il titolo dell’album, che letteralmente significa "seppellire l'ascia di guerra", è un chiaro riferimento al desiderio di chiudere con le tensioni del passato e guardare avanti. Musicalmente, il disco rappresenta una sintesi perfetta tra le sonorità più energiche e dirette degli esordi e arrangiamenti più maturi e riflessivi. Il risultato è un album variegato, che alterna brani potenti e incisivi a ballate dolci e struggenti, mettendo ancora una volta in risalto il talento della band nel creare melodie coinvolgenti e testi profondi.

Nonostante un’accoglienza più tiepida rispetto ai loro lavori precedenti, Bury the Hatchet si è rivelato un successo commerciale, vendendo oltre 3 milioni di copie e consolidando la presenza della band nelle classifiche internazionali. Dall'album sono stati estratti quattro singoli:

  • "Promises" – Un brano rock con chitarre distorte e un testo tagliente sul divorzio e le promesse infrante.
  • "Animal Instinct" – Una ballata intensa e struggente che parla della maternità e della protezione verso i figli.
  • "Just My Imagination" – Una traccia più leggera e solare, con un'atmosfera nostalgica.
  • "You and Me" – Una canzone delicata e romantica, con un arrangiamento orchestrale.

Con "Bury the Hatchet", i The Cranberries hanno dimostrato di saper evolvere senza tradire il loro stile, regalando ai fan un album autentico e intenso, che ancora oggi mantiene il suo fascino e la sua profondità emotiva.


L'album

Alla fine degli anni ’90, i The Cranberries si trovavano in una fase di grande trasformazione. Dopo il successo straordinario di No Need to Argue (1994) e To the Faithful Departed (1996), la band aveva raggiunto un livello di notorietà che li aveva travolti, portandoli a un periodo di forte stress e tensioni interne. La pressione dell’industria musicale, il ritmo frenetico dei tour e il bisogno di una pausa creativa avevano messo a dura prova il gruppo, in particolare la cantante Dolores O’Riordan, che si trovò a gestire il peso della fama e le aspettative del pubblico.

Nel 1996, dopo un tour mondiale estenuante, i The Cranberries si presero un periodo di pausa. Le tensioni accumulate durante la realizzazione di "To the Faithful Departed", un album più ambizioso e cupo che non ebbe lo stesso successo commerciale dei precedenti, avevano lasciato il segno. Il rapporto con la stampa e con l’industria discografica era diventato più complesso, e la band aveva bisogno di ritrovare un proprio equilibrio.

Nel frattempo, Dolores O’Riordan attraversò un momento personale molto delicato: il peso della notorietà, la continua esposizione mediatica e problemi di salute la portarono a soffrire di ansia e depressione. Fu in questo periodo che la cantante si rifugiò nella sua famiglia e trovò nella maternità una nuova fonte di ispirazione. Nel 1997 nacque il suo primo figlio, Taylor Baxter, un evento che influenzò profondamente la scrittura di molti brani di "Bury the Hatchet", portando tematiche più intime e personali nell’album.

L’album Bury the Hatchet è stato inciso principalmente tra Limerick, Irlanda, e Studios Guillaume Tell a Suresnes, Francia, nel corso del 1998.

Dopo il lungo tour e la pausa successiva a To the Faithful Departed, i The Cranberries scelsero di registrare in un ambiente più rilassato e lontano dalle pressioni delle grandi città musicali come Londra o Los Angeles. La band lavorò inizialmente in Irlanda, dove avvenne gran parte della fase di scrittura e pre-produzione, e successivamente si trasferì in Francia per la registrazione vera e propria.

Gli Studios Guillaume Tell, situati a Suresnes, vicino Parigi, erano già noti per la loro eccellente acustica e per aver ospitato artisti di fama internazionale. Qui la band collaborò con il produttore Benedetto Benmont Tench, che aiutò a definire un sound più pulito e bilanciato, meno aggressivo rispetto al precedente album.

L'album venne poi mixato negli Ocean Way Studios di Los Angeles, uno studio storico dove avevano già lavorato artisti del calibro di The Rolling Stones, U2 e Michael Jackson.

The Cranberries hanno sempre saputo raccontare emozioni profonde con testi diretti e melodie evocative. In "Bury the Hatchet", Dolores O’Riordan esplora un’ampia gamma di temi, intrecciando esperienze personali e riflessioni più universali. Il filo conduttore dell’album sembra essere un misto di conflitto e guarigione, come se ogni canzone rappresentasse un tassello di un percorso interiore fatto di ferite aperte, ricerca di pace e accettazione del passato.

Dal punto di vista sonoro, "Bury the Hatchet" rappresenta un equilibrio tra il passato e il futuro dei The Cranberries. Il gruppo mantiene la sua identità, fatta di chitarre arpeggiate, ritmiche incalzanti e la voce unica di Dolores O’Riordan, ma al tempo stesso arricchisce il proprio stile con arrangiamenti più sofisticati e un’attenzione maggiore alle dinamiche.

L’album alterna brani dal forte impatto rock con ballate eteree e introspezione sonora, creando un’esperienza d’ascolto variegata e coinvolgente. Le influenze spaziano dal dream pop al folk, dal rock alternativo al pop orchestrale, con soluzioni sonore che aggiungono profondità e maturità al suono della band.

Uno degli elementi più distintivi dell’album è l’uso delle chitarre elettriche e acustiche, che creano atmosfere contrastanti tra dolcezza e aggressività. Oltre alla chitarra ritmica, Hogan inserisce spesso effetti di delay e riverbero, che danno un tocco più sognante e malinconico ad alcuni brani, come in "Shattered", dove la chitarra sembra quasi "galleggiare" sopra la base ritmica.

Il basso di Mike Hogan e la batteria di Fergal Lawler sono meno invadenti rispetto ai lavori precedenti, ma rimangono un punto chiave del sound dell’album.

Un elemento nuovo di "Bury the Hatchet" è l’uso più marcato di strumenti orchestrali ed effetti sonori che arricchiscono l’atmosfera di alcuni brani.

Anche l’uso dei riverberi e degli effetti sonori gioca un ruolo importante: in alcuni pezzi, come "Fee Fi Fo", vengono inseriti suoni cupi e distorti, quasi a creare un'atmosfera da incubo, mentre in canzoni più leggere, come "Just My Imagination", il sound è pulito e cristallino, con chitarre leggermente effettate che danno un senso di spensieratezza.

La vera firma sonora dell’album però rimane, ovviamente, la voce di Dolores O’Riordan, che in "Bury the Hatchet" esplora una gamma espressiva ancora più ampia.Dolores sfrutta molto il falsetto e il vibrato, elementi che rendono il suo timbro immediatamente riconoscibile e che aggiungono un’ulteriore profondità emotiva ai brani.


Curiosità

Ogni album porta con sé una storia fatta di retroscena, dettagli nascosti e piccoli aneddoti che lo rendono ancora più affascinante agli occhi dei fan. Bury the Hatchet non fa eccezione: dietro la sua musica si celano scelte artistiche originali, decisioni inaspettate e particolari che hanno contribuito a costruire l’identità di questo disco.

1. Il significato del titolo: “Seppellire l’ascia di guerra”

Il titolo "Bury the Hatchet" è un’espressione inglese che significa “seppellire l’ascia di guerra”, ovvero lasciarsi il passato alle spalle e voltare pagina. Questo nome non è casuale: dopo anni di stress, pressioni e tensioni interne, i The Cranberries sentivano il bisogno di ripartire con una nuova energia.

Durante la realizzazione dell’album precedente, To the "Faithful Departed", la band aveva vissuto un periodo turbolento, con forti pressioni da parte dell’industria discografica e critiche altalenanti da parte della stampa. Inoltre, Dolores O’Riordan aveva affrontato un momento di grande difficoltà personale, segnato da problemi di salute e dalla gestione della fama improvvisa. "Bury the Hatchet" rappresentava quindi una sorta di rinascita, un modo per riconciliarsi con il proprio percorso e con il pubblico.

Dolores stessa, in diverse interviste, aveva sottolineato come l’album fosse più personale e maturo, un lavoro che rifletteva le sue esperienze di vita e il desiderio di trovare una nuova serenità, soprattutto dopo essere diventata madre per la prima volta.

2. Una copertina surreale firmata Storm Thorgerson

La copertina di "Bury the Hatchet" è tra le più iconiche della discografia della band. Il responsabile dell’artwork è Storm Thorgerson, il leggendario designer britannico noto per le copertine dei Pink Floyd (The Dark Side of the Moon), Led Zeppelin e Muse.

L’immagine raffigura un uomo nudo inginocchiato su un paesaggio deserto, con un enorme occhio rosso fluttuante sopra di lui. Il significato è aperto a diverse interpretazioni:
L’occhio potrebbe rappresentare la fama e la pressione costante dei media, un tema molto sentito da Dolores O’Riordan. Dopo il successo planetario di "Zombie" e "Linger", la cantante si era trovata spesso al centro dell’attenzione, con giornalisti e paparazzi che seguivano ogni suo passo.
L’uomo nudo e vulnerabile nel paesaggio desolato potrebbe simboleggiare il bisogno di liberarsi da ogni maschera, di ritrovare una dimensione più autentica.

L’artwork venne accolto con grande curiosità dai fan e dalla critica, proprio per la sua natura surreale e criptica.

3. Il caso "Promises": un singolo che non uscì negli Stati Uniti

"Promises", il primo singolo estratto dall’album, è uno dei brani più energici e graffianti della band. La canzone ha un riff di chitarra aggressivo e un ritornello esplosivo, che riportano i The Cranberries verso sonorità più vicine all’alternative rock.

Tuttavia, c’è un fatto curioso: "Promises" è l’unico singolo principale della band a non essere mai stato pubblicato negli Stati Uniti. Mentre in Europa ebbe un ottimo successo, raggiungendo la Top 10 in diversi paesi, negli USA la casa discografica scelse di puntare su un singolo più morbido e radiofonico, "Just My Imagination", ritenuto più adatto al pubblico americano dell’epoca.

Questa decisione lasciò un po’ di amaro in bocca ai fan statunitensi, che avrebbero voluto vedere il lato più aggressivo della band rappresentato nelle classifiche.

4. Il legame tra Dolores e la maternità: "Animal Instinct" e "You and Me"

Un altro elemento importante dell’album è la forte presenza di tematiche legate alla maternità. Nel 1997, Dolores O’Riordan aveva dato alla luce il suo primo figlio, Taylor Baxter, e questa esperienza influenzò profondamente la sua scrittura.

In particolare, "Animal Instinct" è una canzone che parla del legame tra madre e figlio, del senso di protezione e della forza istintiva che guida un genitore. Il testo è un chiaro riferimento alla maternità come esperienza di trasformazione:


"Suddenly something has happened to me, as I was having my cup of tea..."


Anche "You and Me" è un pezzo molto personale, che Dolores scrisse pensando alla sua famiglia. Il testo racconta la bellezza dei piccoli momenti quotidiani condivisi con una persona amata, con una dolcezza che si riflette perfettamente nella melodia avvolgente del brano.

5. Il ritorno alle origini dopo il successo e lo stress

Dopo il grande successo mondiale dei primi album, la vita dei The Cranberries era cambiata radicalmente. Dai piccoli pub di Limerick erano passati a riempire arene in tutto il mondo, ma con la fama arrivarono anche stress, pressioni e critiche.

Durante la realizzazione di "To the Faithful Departed", la band aveva cercato di spingersi verso sonorità più ambiziose e sperimentali, ma il risultato fu un album che, pur avendo avuto un discreto successo commerciale, non ottenne lo stesso impatto emotivo dei lavori precedenti. Sentendosi disconnessi dalla loro identità, i The Cranberries decisero di prendersi una pausa e tornare a scrivere in modo più spontaneo e sincero.

"Bury the Hatchet" rappresenta proprio questo ritorno alle origini:
Registrato tra l’Irlanda e la Francia, lontano dal caos delle grandi città musicali, l’album fu realizzato con un approccio più rilassato e naturale.
Le sonorità si allontanarono dalle orchestrazioni elaborate del disco precedente, per recuperare il suono più intimo e diretto che aveva reso celebre la band.
Il tour che seguì l’album, nonostante fosse imponente, fu organizzato in modo più equilibrato per evitare il burnout dei membri del gruppo.



Tracce

📀 Bury the Hatchet – Dettagli dell’album

🎤Artista: The Cranberries
📅Pubblicazione: 19 aprile 1999
🎼Genere: Rock alternativo, Pop rock, Dream pop
🕛Durata: 50:37
💿Numero tracce: 13 (versione standard)

🎵 Tracklist

1️⃣ Animal Instinct    3:31
2️⃣ Loud and Clear    2:45
3️⃣ Promises    5:27
4️⃣ You and Me    3:35
5️⃣ Just My Imagination    3:41
6️⃣ Shattered    3:42
7️⃣ Desperate Andy    3:44
8️⃣ Saving Grace    3:08
9️⃣ Copycat    2:53
🔟 What's on My Mind    3:12
1️⃣1️⃣ Delilah    3:32
1️⃣2️⃣ Fee Fi Fo    4:47
1️⃣3️⃣ Dying in the Sun    3:32

🎶 Bonus Tracks (edizioni speciali)

  • Sorry Son
  • Baby Blues
  • Versioni acustiche di alcuni brani




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