L'esordio di Manu Chao "Clandestino"
Era il 1998 quando il cantante francese Manu Chao lasciò il suo gruppo di allora i "Mano Negra" per intraprendere la sua carriera da solista, una buona decisione visto che da allora la sua popolarità crebbe a dismisura soprattutto si espanse oltre alla nicchia di pubblico che lo seguiva già in precedenza.
In questo contesto nacque "Clandestino" il primo album da solista di Manu: un album dai toni un pò hippy,un pò zingari e un pò cubani; un album rivoluzionario e un rock molto alternativo ma allo stesso tempo intellettuale e ricercato che divenne un vero e proprio marchio di fabbrica dell'artista francese ribadito negli album successivi.
Un album di successo inizialmente in patria che gli valse il 67° posto in classifica su Rolling Stone Francia come miglior album rock francese ma che con il tempo soprattutto grazie al singolo "Bongo Bong" varcò i confini francesi.
Curiosità
A dare ancora più senso di un album spartano e povero le registrazioni dei brani e dei video sono fatti interamente con un vecchio laptop che nell'album viene indicato come "Estudio Clandestino" che per l'occasione si portò appresso nei vari paesi dove girò e incise le tracce.
"Clandestino" è inoltre un album linguisticamente arlecchino le tracce sono per lo più cantate in Francese e Spagnolo ma sono presenti canzoni anche in inglese, portoghese e portoghese nell'idioma brasiliano.
Un album che parla di isolamento e stranezza che diventa una hit pop: sono varie le particolarità che circondano questo disco proverbiale; contraddizioni come quella inscritta nella parola e nel concetto di "Malegria" (anche titolo di una canzone dell’album) che riassumono, come certa musica brasiliana, la dialettica tra luce e ombra, tra gioia e umori neri, che caratterizza più gente di quanto si pensi.
L’avventuroso viaggio in Bolivia e la precedente tournée del Sudamerica a bordo del Cargo 92 con i Mano Negra erano state senz’altro esperienze preziose e ricche ma avevano anche comportato un carico di stress e tensioni tali da portare il gruppo allo scioglimento. Così il cantante, stanco e un po’ deluso, torna in Europa vagando tra Madrid, Barcellona e Parigi, stringendo qualche amicizia anche musicale: ha molte canzoni nei taccuini, vuole suonare ma ci sono problemi con l’uso del nome della band, allora pensa a un ultimo disco, un po’ un saluto e un po’ un esperimento di techno – hardcore che, nonostante il suo noto eclettismo e la sua vorace curiosità, è un interesse abbastanza sorprendente. Un bug del computer cancella quasi tutte le parti elettroniche, così tocca al tecnico del suono, produttore e amico Renaud Letang mettersi a risistemare quei frammenti di canzone e brandelli di radio in un flusso coerente, mentre il ritorno verso l’acustico viene sancito dall’ultimo test per la scelta delle canzoni: Manu le suona così davanti a un pubblico per lo più di bambini che viveva nella zona dello studio e sceglie quelle che funzionano meglio in quel contesto.Tracce
1. "Clandestino" 2:30
2. "Desaparecido" 3:47
3. "Bongo Bong" 2:38
4. "Je ne t'aime plus" 2:02
5. "Mentira..." 4:37
6. "Lágrimas de Oro" 2:57
7. "Mama Call" 2:21
8. "Luna y Sol" 3:07
9. "Por el Suelo" 2:21
10. "Benvenuti a Tijuana" 4:04
11. "Día Luna... Día Pena" 1:30
12. "Malegría" 2:55
13. "La vie à 2" 3:00
14. "Minha Galera" 2:21
15. "La Despedida" 3:09
16. "El Viento" 2:20
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