10 "Celtics songs" per una special playlist per immergersi nell'isola verde
C'è un paese lassù tra le terre del nord, un'isola vicina all'Europa ma non troppo un'isola dai colori verde e blu: verde come i suoi boschi, come i suoi prati verdi che si adagiano sotto il cielo terso anche se a volte buio e piovoso si getta verso il blu dell'Atlantico.
Stiamo parlando di un'isola dalle tradizioni secolari che sono state esportate in tutto il mondo dagli emigranti irlandesi. Una tradizione fatta di druidi vecchi santoni e sacerdoti celti, elfi, fate, arcobaleni che vanno ad immergersi in una pentola piena d'oro, ma più semplicemente di marinai e tante altre storie raccontate davanti ad un boccale di birra in un pub seduto con amici.
Il 17 marzo si celebrerà il"Saint Patrick day"patrono dell'isola verde è ormai diventato un fenomeno internazionale un'occasione per stare con gli amici ed ascoltare musica celtica o presunta tale o rivisitazioni dei canti popolari dell'isola del trifoglio caratterizzata dalla presenza di violini, flauti, tamburelli o batterie nelle canzoni più moderne, armoniche e soprattutto cornamuse.
Per omaggiare questa ricorrenza questo post cercherà tramite 10 canzoni irlandesi e non di farvi fare un tuffo nei festeggiamenti o di farvi fare un viaggio sull'isola "verde".
"Adiemus" Karl Jenkins 1995
"Adiemus: song of sanctuary" è un'opera corale del compositore gallese Karl Jenkins. Benché non avesse un vero testo ma solo vocalizzi accompagnata dal ritmo scandito da un timpano e un intermezzo con la melodia suonata da un flauto divenne uno dei brani più noti del genere "World music" . Il compositore gallese Karl Jenkins compose insieme a questo brano altri brani fondendo quindi sonorità di musica celtica ed africana dando vita ad un concept album di "Ambient music" che ci fa assaporare i profumi, suoni e colori irlandesi e celtici.
"Whiskey in the jar" The Dubliners 1992
La canzone "Whiskey in the Jar" è forse la più famosa e apprezzata ballata folk irlandese nel mondo. Nata nel 1650 racconta di Patrick Fleming un ladro, truffatore e pluriomicida oltre che compositore di poesie che, tradito dall'amante, venne preso ed imprigionato.
Questa canzone con l'immigrazione irlandese verso i paesi del nord America venne apprezzata per il suo testo trasgressivo. Molte band e artisti non solo irlandesi ma anche americane incisero una loro versione di questa canzone ma ricordiamo in particolare quelle dei Thin Lizzy, i Metallica ma sopratutto quella che evoca più l'Irlanda è quella dei Dubliners che accompagnata dal violino e da una chitarra acustica richiama molto le sonorità folk irlandese.
La canzone è apparsa in una formulazione molto vicina alla sua versione moderna in una ballata chiamata "The Sporting Hero", o "Whiskey in the Bar", in un broadsheet della metà degli anni 1850.
Durante la guerra civile americana il famoso battaglione di fucilieri Fighting 69th, composto da quasi tutti irlandesi, adottò la canzone come proprio inno ma cambiò il testo e chiamò la canzone "We'll fight for Uncle Sam".
"I'm shipping up to Boston" Dropkick Murphys 2005
Come abbiamo detto la musica irlandese con l'immigrazione della sua popolazione si è diffusa anche in tutto il nord America contaminando quindi musiche di oltreoceano formando veri e propri complessi per esempio di "Celtic punk" o Celtic rock". In questo contesto nel 2005 nasce "I'm shipping up to Boston" dei Dropkick Murphys gruppo nato nei pressi di Boston dove è presente una forte comunità irlandese. "I'm shipping up to Boston" parla di un marinaio che navigando, navigando si ritrovò a Boston; insomma possiamo immaginare che parli dell'immigrazione del popolo irlandese verso il continente americano. L'intro eseguita dalla cornamusa e una una massiccia batteria hanno reso celebre che anche se non rientra nel Billboard Hot 100 vendette comunque più di 1 Milione di visualizzazioni e ascolti streaming. "I'm shipping up to Boston" quindi divenne così emblematica e nota che venne utilizzata prima per annunciare l'ingresso nel pre-partita della squadra di basket dei Boston Celtics e da quella di Football americano dei New England Patriots, da li in poi viene in quesi statii suonata prima di ogni evento sportivo anche nelle università
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"The great song of indifference" Bob Geldof 1990
"The great song of indifference" è un brano di Bob Geldof del 1990 contenuta nell'album "Vegetarian Love". In realtà di questa ballata acustica quasi cantcchiata non c'è molto da dire dato proprio il titolo della canzone.
Bob Geldof veniva dall'enorme delusione del Live Aid e "The great song of indifference" è una canzone di protesta, una canzone satirica sulla superficialità umana che partendo da piccole cose si fa trasportare da questa ballata fino a coinvolgere problemi più grandi rende ancora oggi una canzone ancora brillante rendendola ancora una delle più belle canzoni del genere.
L’esplosiva ballata folk costringe a farsi coinvolgere nel ballo e a lasciarsi trascinare dallo stralunato canto, i cui versi che sembrano approvare a chi vuole alleggerirsi la coscienza e scrollare le spalle, ma in realtà sono un attacco sprezzante verso coloro che fanno dell’indifferenza e del disimpegno una regola di vita.
"An Irish party in third class" Gaelic Storm 1998
Con "An Irish party in third class" un brano dei Gaelic Storm la musica folcloristica irlandese entra nel mondo del cinema. Composta per il celeberrimo film "Titanic" questa ballata fece il giro del mondo sui grandi schermi portando i Gaelic Storm tutt'ora a numerosissimi esibizioni nel nord America.
"An Irish party in a third class" grazie alla melodia suonata da violini e cornamus, accompagnati da tamburelli e dal banjo richiama perfettamente l'atmosfera respirata nei pub irlandesi.
"Drunken sailor" The Irish Rovers 2011
"Dranken sailor" è un brano tradizionale marinaresco che risale a prima del 1824 quando fu stampata la musica in "Cole's Selection of Favourite Cole's selection of favorite cotillions" pubblicato a Baltimora (Maryland). Conosciuta anche come "What shall we do with a Drunken sailor"
La canzone all'epoca era una delle poche canzoni che la Royal Navy permetteva di cantare poiché una canzone di lavoro, cantata principalmente su navi più grandi con grandi equipaggi, era spesso cantata dai marinai, con tutte le mani che ruggivano la canzone all'unisono, mentre issavano la vela o alzavano l'ancora, da qui il ritornello: "Wey, hey, up she rises".
Il testo nato molti anni prima si chiede cosa si possa fare con un marinaio ubriaco elencando una serie di cose spiacevoli che potrebbero essere fatte da un marinaio ubriaco.
L'aria di questo canto marinaresco, che presenta una scala in modo dorico e un ritmo di marcia, è stata comparata allo stile di una melodia di cornamusa. L'autore e l'origine di "Drunken Sailor" sono sconosciuti. Ad ogni modo, la melodia sembra avere delle somiglianze con il ritornello della ballata tradizionale irlandese "Óró sé do bheatha abhaile", da cui potrebbe quindi derivare.
"Chip" The Real McKenzies 2008
"Chip" è una canzone dei The Real McKenzies presente nell'album "Off the leash" del 2008. Questa band celtic punk e celtick rock fonde la struttura della canzoni tipiche irlandesi sia come suoni sia come linea melodica alla musica Hard rock e metal con linea di chitarre e batteria potenti. Come tutte le musiche folkloristiche irlandesi il testo racconta come quella di un menestrello di un tizio di nome Chip che un giorno stanco del lavoro incontrò il diavolo che gli chiese di catturare un topo.
"The memory of trees" Enya 1995
"The memory of trees" è una canzone di Enya del 1995 tratta dall'album omonimo.
Enya compone questa meravigliosa canzone new age instaurando armonia in ogni componenti del brano. Caratterizzata da un andamento andante lento la presenza di vocalizzi la presenza di un coro e della classica strumentazione della musica new age dona una sensazione di serenità e di tranquillità.
"The memory of trees" risulta essere una canzone i grande respiro, ariosa proprio come in una passeggiata in un bosco silenzioso
"Molly Malone" The Dubliners 1987
"Molly Malone" è una dolce ballata acustica incisa tra i tanti dai Dubliners nel 1987.
Gli ingredienti sono solo l'accompagnamento di na chitarra acustica e di un flauto a sostegno della linea melodica.
Di questa canzone folk irlandese si ha notizia addirittura tra il 1600 e il 1800 e racconta della morte misteriosa di una giovane ragazza (Molly Malone) mentre era in viaggio verso Dublino. Oggi a ricordo di questa storia di cui però non si sà se fosse realmente accaduta Dublino ha installato una statua in suo onore.
"Molly Malone" divenne così celebre tra gli abitanti di Dublino che divenne una sorta di secondo inno nazionale e cantato in ogni pub della capitale.
"Sunday bloody Sunday" U2 1983
Come ultima canzone di questo special ho deciso di inserire questo pezzo diventato purtroppo un pezzo storico della storia recente irlandese. Nel 1983 gli U2 di Bono Vox decise di scrivere questo brano in memoria di quello che in tutta Irlanda viene ricordato come"The Bloody sunday" quando l'esercito inglese il 30 gennaio 1972 sparò alla rivolta di Derry per alcuni chiamati Londonderry nell'Irlanda del nord su una folla che protestava perchè voleva staccarsi dal Regno Unito.
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